Mancano solo 23 giorni, Natale si avvicina e mi mancano ancora praticamente tutti i regali. Il mio primo Natale da sposata. Non che cambi molto, intendiamoci. In fondo, tolto il viaggio di nozze e la festa, nulla è cambiato nella mia vita rispetto a prima. O forse, a ben pensarci, non è proprio vero. Sono cambiati gli obiettivi, forse. O probabilmente si sono solo definiti meglio. Ne abbiamo preso via via consapevolezza.
Ripenso alla me di 8 mesi fa, in preda all’ansia nel definire gli ultimi dettagli del mio viaggio. Un viaggio che pensavo sarebbe stato la realizzazione del sogno di una vita, la mia prima volta in Giappone. Finalmente. E che poi, è andato ben oltre il Giappone.
Perchè è nella nostra quotidianità che facciamo il nostro vero viaggio.
Essere felici e spensierati in vacanza è semplice. Ci riescono praticamente tutti. E’ l’affrontare la vita vera, con le sue quotidiane e continue difficoltà, la cosa difficile. Il far funzionare sempre e costantemente quel complesso ingranaggio, fatto di mille rotelline dentate, che come un orologio scandisce il tempo dei nostri passi e delle nostre relazioni. Del nostro vivere rispetto al mondo.
Quello sì che è difficile. E a volte, qualcosa si inceppa. E si inciampa.
Parlarsi, spiegarsi, risintonizzarsi e ritrovare equilibrio non è sempre semplice nè scontato. Capita di prendere abbagli, di credere che il meccanismo sia rotto per sempre. Irreparabile.E ci si sente soli, terribilmente soli. Ma spesso sono solo gli occhiali che indossiamo che ci fanno apparire il mondo così nero.
Basta una mano tesa, un punto di vista esterno, una parola di conforto e ci si sente subito meno soli. E si riesce a spostare un po’ quegli occhiali e vedere che tutto sommato non è tutto così nero come sembra.
Il Giappone mi ha insegnato tanto. Mi ha regalato la gentilezza, il rispetto, la pazienza. E la capacità di accogliere, per davvero, l’altro. Mi ha insegnato a comprendere pur senza poter parlare; a cercare di spiegarmi e a mettermi in ascolto in ogni modo possibile, anche quando le parole non sono abbastanza. Mettersi nei panni dell’altro, chiedere e dare aiuto.
E non demordere, non perdere mai la propria positività.
「七転び八起き」/nanakorobi yaoki/ “Cadere sette volte, rialzarsi l’ottava”
E’ uno dei miei proverbi preferiti.
Perchè non importa se cadi, se anche questa volta qualcosa non ha funzionato, se hai fallito. E’ il rialzarsi quella volta in più che fa la differenza. Che ti mantiene fisso sulla meta. Che fa sì che l’ingranaggio si possa aggiustare.
Non perdere la positività, non perdere di vista l’obiettivo, non smettere di pensare positivo. Anche se si è “persi” in un paese straniero e tutto sembra complicato. Anche se il “paese straniero”, a volte, è la propria vita.
Libri che mi hanno fatto riflettere:
Psicologa psicoterapeuta, sessuologa e sentimental coach di Milano, appassionata in nuove tecnologie e nella loro applicazione nel sociale, ha collaborato con le più importanti aziende ospedaliere di Milano, prima di dedicarsi completamente alla libera professione. Ha ideato diversi progetti di formazione, di consulenza online e divulgativi, come Spazio Psicologia, il progetto I-Kiwi e SOS Genitori, per rendere la psicologia, la prevenzione e il benessere psicofisico, accessibili a tutti. A questo scopo, da più di 15 anni collabora anche con la stampa, tv, radio, gruppi social, eventi aziendali e di marketing, come esperta in terapia di coppia, sessuologia clinica e benessere psicologico. E’ la terapeuta di coppia della prima stagione del docureality di Fox Life “Amore e altri rimedi”.