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… e tutti quei momenti andranno, perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia…

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Giornata strana…
E’ proprio vero che quando piove, qualcosa si sfasa nel mondo e le persone diventano tutte strane.

… e tutti quei momenti andranno, perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia….

E’ un periodo assurdo questo… sarà il dopo-Natale ma sembra che le coppie, leggermente traballanti, si sfascino tutte come castelli di carte… senza esclusione alcuna.

Ed ecco che arriva una mia paziente… 12 anni di fidanzamento… unico uomo della sua vita… la tradisce con una della stessa città, conosciuta online, con la quale gioca allo stesso videogioco… Insomma, internet miete altre vittime.
Per fortuna un collega, dal nulla, sente lei che racconta la storia e capendo che finalmente è single, si fa avanti.
tutto è bene ciò che finisce bene… però… c’è sempre un bel “però”...

Arriva un altro paziente in studio… si è lasciato con la tipa (che caso eh!)… e mentre parlo e mi sembra anche di dire cose intelligenti, mi guarda la mano sinistra e mi fa “Cos’è che mi aveva detto? che è sposata? o convivente? non ricordo”.
“Non lo ricorda xchè non gliel’ho mai detto”, dico sorridendo.
“Uff vabeh, ma non ci casca mai! Ma possibile che io non possa sapere se è impegnata?”, si lamenta.
“Non credo sia rilevante… siamo qui a parlare di lei, non di me”, ribatto.
“Quindi io e lei non potremo mai, nemmeno fra 10 anni, uscire insieme? Non potrò mai chiederle un appuntamento? Nemmeno a terapia ultimata?”
“Lei è un mio paziente… e sebbene sia un uomo, io la vedo solo come un paziente. Qualsiasi altra relazione sarebbe fuori luogo e non ci terrei proprio ad essere radiata dall’albo!!”, ridacchio e guardo gli anelli sulla mia mano sinistra e penso a quelli che, vedendoli, avranno dato per scontata una mia serena e felice vita affettiva… magari con prole a carico… e invece!
Si alza sconsolato ed esce dal mio studio con quel mezzo sorrisino di chi, comunque, non ha per nulla intenzione di arrendersi.

Torno a casa… sushi a domicilio e ashai fredda ghiacciata… alla faccia dell’influenza e della nausea che va e viene e mi massacra negli ultimi giorni.
No, non sono incinta. Non temete. A meno che lo Spirito Santo non abbia scelto, tra tutte le possibili, proprio me.
Mangio il mio sushi, guardo Aldo Giovanni e Giacomo in tv e rido, rido tanto. Poi ecco che ricompare una vecchia conoscenza su msn.
E tra una battuta e l’altra, i minuti passano… e mentre digito suona il cell… Numero privato.

Sono le 23… “Ciao Laura, che fai?”… lo scambio x un vecchio amico… è un ragazzo giovane, ma la voce dopo qualche secondo mi accorgo essermi sconosciuta. Io non dimentico mai una voce.
Decido di farlo parlare, tanto x capire chi è…. Mi dico “prima o poi, dall’accento o dal tono, lo riconoscerò…”
E lui parla… e mi da molta moltissima confidenza…
“Perchè non dici nulla? Ah già… so che non puoi parlare.. ma dimmi almeno qualcosa, raccontami”, mi dice.
“Ma chi cazzo è??”, mi chiedo incessantemente io, mentre rido nervosamente da oca giuliva.
“Vieni qui? Dai… Vieni qui ora?”, continua… “Ma qui… dove?!”, mi chiedo io, facendo finta di nulla e lui prosegue.
“Quando ci vediamo? Ma ci vediamo? Dimmi si o no? E’ un si? o è un no? Cosa stai vedendo in tv? Anche tu canale 5… il mio stesso programma..”
Continua a parlare incessantemente, domandando e chiedendo e io cerco di restare più zitta possibile ed ascoltare, ma è inutile… quella voce proprio non la conosco.

Decido di tagliare corto… “Perchè mi hai chiamato proprio oggi? perchè alle 23?”, chiedo.
“E a che ora ti devo chiamare? vuoi che ti chiamo? Dimmi tu l’ora che preferisci, che ti io chiamo…”, mi dice.
Ho sempre più un senso di fastidio crescente e la risata da nervosa è diventata isterica.
“Devo andare, mi spiace”, dico seccamente… lui cerca di trattenermi in ogni modo e chiede quando ci vediamo… lo saluto e chiudo.

Torno davanti al monitor e racconto quanto è successo a chi era con me in msn… so che non era qualcuno di conosciuto… lo so perchè lo avrei riconosciuto.. ma mi farebbe tanto piacere se qualcuno mi scrivesse che era solo uno scherzone fatto tra amici… del tipo l’amico dell’amico che mi chiama e fa il superseduttore x farmi imbarazzare… e invece nada.

Odio queste cose… mi ricordano molto un periodo del lontano 2001, quando rispondere al telefono mi faceva quasi paura.
Squilla di nuovo il tel, ma il numero stavolta è conosciuto, così come la voce di chi mi chiama. Parlo al tel per qualche minuto ed ecco che, sotto alla chiamata principale, sento il bip dell’avviso di chiamata… è il famoso “numero privato” di prima… ma stavolta non rispondo.
Decido di spegnerlo questo stramaledetto telefono.
Ma il dubbio sul maniaco del martedì sera continuerà a ronzarmi nella testa.

… perchè come tutti i ricordi spiacevoli, basta un solo stupido insignificante evento, per farli riaffiorare alla memoria… carichi di tutta l’emozione che li caratterizzava… Ma xchè diavolo capitano tutte a me?! Uff…

… e tutti quei momenti andranno, perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia…

(o almeno si spera)

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