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Eppure sentire (un senso di te)

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Manca poco più di un’ora al mio 31esimo compleanno e i ricordi, dopo una doccia calda tra un bicchiere di lambrusco e l’altro, ritornano alla mente come a fare un bilancio di quest’anno e di quel che ne è conseguito.
Credo molto alle coincidenze, ai segni.
C’è un senso in tutto e alla fine, non so perchè, casco bene o male, sempre in piedi: qualcuno la chiamerebbe fortuna, ma dipende molto dai punti di vista.Quel che è vero è che in quest’anno sono accadute le cose più assurde, che mi hanno permesso di provare emozioni e sentimenti che non ricordavo e di conoscere persone che mi hanno a dir poco arricchito.Odio i pessimisti cronici. Io ho i miei momenti bui, il mio bel lato oscuro che esce una volta ognitanto. Ma alla fine, tenuti a bada gli ormoni e passati i pochi giorni stressanti e incasinati, tutto torna normale, perchè tutto, in fondo, ha il suo bello.
Niente è solo brutto o solo bello.Quando ero in collegio, al liceo, una suora del convitto mi ripeteva sempre “fortuna o sfortuna, chi lo sa?” alludendo ad una storia raccontata tempo prima su uno sportivo intristito dal non poter andare alle olimpiadi per un grave infortunio che, grazie a questo, poco dopo era stato esonerato dal partire per una guerra ed era l’unico ad essersi salvato. E ciò che era stata una sfortuna enorme si era trasformato nella sua salvezza. Fortuna o sfortuna, chi lo sa?

Quest’anno questa storia mi è tornata spesso in mente. Tutto è iniziato l’autunno scorso. Un anello brillante e inaspettato per il mio 30esimo compleanno. Arrivato aimè dalla persona “sbagliata”. Per 3 anni avevo sognato quell’anello, ma nulla. E terminata una storia importante, un amico che mi aveva sostenuto ed era diventato sempre più presente, si era fatto avanti, creando una delle serate più romantiche della mia vita. Ma non era la persona giusta, aimè.

E quando si cerca di far andar bene le cose che nascono senza i giusti presupposti, non si combina nulla di buono. E questa è la frase ricorrente di tutto questo mio anno.

Dopo la tristezza di un addio obbligato, ho riscoperto in lui, a distanza di tempo, un amico. A significare che non tutte le persone conoscono un solo modo d’amare. Qualcuno sa anche dimostrarti che ti vuol così bene da farti vivere come vuoi, perchè è felice se tu lo sei.

A causa di quella storia impossibile, per via di amici “comuni”, ho conosciuto Lori. Una persona splendida. E siamo diventate amiche. Grandi amiche. Molto molto più di quanto ci si potrebbe aspettare da una conoscenza avvenuta in una discoteca. Tanto per sostenere il fatto che le persone valide e buone si trovano veramente ovunque. E dalla sfortuna di aver perso un quasi “amore”, ci ho guadagnato due amici.

Per caso per via di un’altra amica ho conosciuto una persona a febbraio.
Il mio “patasnack” ha catalizzato quest’anno. E dopo un mese di decine e decine di sms e di batticuore, dopo un incontro folle dove nemmeno il restare sobri è servito a qualcosa, mi sono resa conto che non era giusto e a gran fatica, mi son buttata a pesce sulla prima persona che mi è capitata a tiro.
Ma come dico sempre, “quando lanci una freccia, tutto torna”. E se frequenti una persona con l’idea di  dimenticare qualcuno, di distrarti, di “avere un passatempo, tanto per”, finisce che quando alla fine ti coinvolgi, scopri che quella persona ha finto più te. Ma ha finto meglio. E sempre. E tu sei stata il suo vero passatempo. Tu e altre.
Sembra un epilogo sfortunato.
Fortuna o sfortuna? beh, nel caso del mio “patasnack” ci ho guadagnato un amico e nell’altro preferisco astenermi.

Ma se quest’ultimo “easy man” non si fosse comportato come ha fatto, io probabilmente non avrei mai conosciuto meglio Chiara e non avrei mai conosciuto Marco. Non sarei mai stata alla Scala per la prima volta e non sarei tornata al planetario ad ammirare le stelle, non avrei assaporato le cenette di marco (che per inciso, cucina da Dio!) e non avrei nemmeno fatto tutte quelle cose che mi hanno fatto tanto felice e non avrei conosciuto tutte quelle persone che mi hanno così arricchito con la loro vera amicizia e i loro gesti.

Oggi camminavo verso l’ufficio e lo shuffle suonava “eppure sentire“. E’ la colonna sonora del mio anno.
C’era ogni volta che mi sono emozionata, ogni volta che mi trovavo con una persona che per me valesse davvero qualcosa.
Per questo mi emoziona.

Ma alla fine?
Fortuna o sfortuna? Fortuna, sicuramente.

Perchè anche le cose brutte, seppur con la tristezza e le lacrime momentanee annesse, mi hanno portato talmente tante cose belle che sono grata a chi, trattandomi da schifo, ha fatto in modo che tutto questo capitasse e sono grata ai finti amici che si son svelati per quel che erano, evitandomi di perder ancora del tempo con loro e sono grata al destino che tutto sommato, mi fa sempre cadere in piedi.
Forse sono ottimista, forse stasera ho bevuto solo troppo lambrusco.

Ma ho tante persone che mi vogliono bene e gli sono grata. E molte le ho citate qui sopra. Se tu sei fra queste e mi hai sopportato fin qui nella lettura, sappi che sto parlando anche a te. Grazie. Di cuore.
Buon compleanno a me, ragazzi!
E buon mio 31esimo anno insieme a voi!

 

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