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Metti il Vietnam a Milano…

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Curioso.
In questi giorni a Milano ho a malapena il tempo di respirare. Tutto di corsa, tutto veloce.
Questa è la prima sera che, per uno strano disguido, riesco a star in casa. Quasi dai miei 32 anni fosse impazzita la vena di mondanità che non avevo mai avuto fino ad ora.
E dopo la cena di domenica, la festa del lunedì.
Sulla rombante cabrio, coi capelli svolazzanti al vento e dopo una mezz’ora di pieno ritardo sull’orario pattuito, arriviamo davanti al locale.
Lo so che ho un gran fondoschiena, ma qui non si sta parlando della lipo che forse un giorno mi farò.
E’ che, non si sa come, da che mondo e mondo, io trovo parcheggio quasi subito, nei luoghi più complicati, davanti al locale.
E così, incredibilmente, ecco che un’auto se ne va esattamente da davanti all’ingresso e noi ci infiliamo senza troppa fatica e attendiamo chiara.
Entrati, supercasino, luci accecanti e musica a tutto volume. Prendere da bere è un’impresa titanica. E nemmeno il mio vestitino nuovo con superscollatura che, strattonata di qua e di la dalla gente che si pressa contro il bancone, lascia intravvedere quel che non dovrebbe, riesce a sortire l’attenzione del barista. Sarà gay. E’ l’unica spiegazione plausibile. E non per niente, gli uomini li serviva per primi.
Vabeh, si sa che con gli uomini non ho lo stesso culo che con i parcheggi.
Persone sparse che si riuniscono qua e la in piccoli gruppetti, rivedo amici dei we in barca, amici passati a trovarmi soli o in compagnia e amici del vietnam. Un’infinità di gente. E rido. E non per l’alcol, ma perchè davvero mi diverto. Ed è bello.
Mi basta un cocktail per brindare e son felice come una pasqua.
Anche rivedere quel carciofo del mio ex, tutto sommato, non fa effetto. E dire che mesi fa mi sarei preoccupata da morire. E invece… completamente indifferente. Fantastico! Sorpresa di tutto, mi guardo intorno, saluto, chiacchiero, ballo, canto…
E c’è la Chia, as usual e c’è il Frà. Li adoro.
Che bello vedere i “vietnamiti” tutti truccati e tirati a puntino,  rinverditi dalla mondanità milanese, contaminati dal loro essere cittadini e non più vacanzieri. Proprio bello. Adoro vedere come le persone cambiano, è curioso.
Un ex vietnamita cerca anche di appiopparmi un fidanzato. Come se mi servisse!
Non faccio in tempo a superar le presentazioni che già mi fa inviti e mi spedisce mail per feste e cene, no comment.
L’esclamazione continua è “oh, come stai bene! che bel vestito!” quasi non si aspettassero di poter mai vedere questa sciattona struccata con i capelli refrattari al balsamo, inforcare dei sandaletti col tacco e un vestitino scollato e modaiolo e magari anchee una bella vagonata di trucco ad effetto che proprio non guasta.
Io e un’amica decidiamo di ribrindare mentre la serata sta volgedo al termine. Ci dirigiamo alla cassa. Un tizio dall’aria tambozza e sfigatella è di fianco alla cassiera con un cocktail in mano. Porgo i miei 10 euro alla cassiera e le chiedo un mojito. il tizio la guarda e alla Fonzie le fa “lei non paga, offro io”. La cassiera, senza batter ciglio, mi riporge i miei 10 euro con il talloncino della consumazione. Ringrazio, ridacchiando, un po’ stupita. Mi presento, giusto per non esser scortese. “Ciao, sono laura”, dico. “Piacere Laura, sono Luciano. Sono andate bene le vacanze?”, chiede un po’ imbarazzato. “Sì, grazie… direi proprio di sì”. Guardo la mia amica già al bar a pochi metri che mi aspetta per ordinare. “Vado a prender da bere… magari ci vediamo dopo! Grazie ancora”, dico mentre mi allontano velocemente.
Arrivo al bancone e mentre attendo il mio mojito, appare furtivo un tizio dall’aria minacciosa. Ha un auricolare, è un buttafuori. “Quello che ti ha offerto da bere è il proprietario. Venerdì innauguriamo la stagione invernale e lui ti vuole come sua ospite insieme alle tue amiche”.
Resto basita. Guardo la mia amica e ridacchiando, ringraziamo. Ma pensa te,  pure il proprietario del locale. Come se già non mi fosse bastato il mio ex.
E’ ora della nanna, si è fatto tardi e così salutiamo ed usciamo. I vietnamiti sono ancora li fuori che chiacchierano, quasi non riuscissero a staccarsi dopo essersi ritrovati di nuovo. E’ proprio carino da vedere!
Resto ancora a chiacchierare sul marciapiedi fuori dal locale con alcuni amici, mentre le persone piano piano se ne vanno.
Una rombante sgasata e son di nuovo sotto casa, col vento tra i capelli e i ricordi di una serata fuori dall’ordinario.
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