Mi avete scritto in tanti ponendomi domande in merito al coronavirus che sta affliggendo aimé anche l’Italia in questi giorni ed è per questo che, per rispondere a tutti, ho pensato di fare il punto della situazione, dandovi qualche suggerimento dal punto di vista psicologico.
Sono le 11 del 25 febbraio 2020 e in Italia sono 270 i casi finora confermati.
Si mettono in quarantena interi paesi, si annullano eventi pubblici, chiudono i cinema, i locali pubblici, le scuole.
Soprattutto nel milanese e nel lodigiano si assiste a scene a dir poco apocalittiche con i supermercati che vengono presi d’assalto, code interminabili e scaffali vuoti, mentre il tamtam sui social alimenta la preoccupazione e l’ansia, generando una caccia alla mascherina e al disinfettante per le mani, che diventano introvabili o venduti a prezzi proibitivi.
Ma cosa sta davvero succedendo?
Che da una parte ci sia un aumento del livello di allerta è comprensibile.
C’è una infezione virale per la quale non ci sono cure specifiche e non c’è vaccino e, anche se nell’80% dei casi non si hanno sintomi rilevanti, è indubbio che tutta questa incertezza e soprattutto le immagini che da giorni ci arrivano dalla Cina, possano destare preoccupazione.
Bisogna però cercare di mantenere la calma, attenerci alle fonti ufficiali, alle indicazioni che ci vengono date, anziché farci pervadere dall’ansia e rischiare di generare un’isteria di massa.
La “percezione del rischio” può infatti essere distorta e amplificata sino a portare a condizioni di panico che non solo sono quasi sempre del tutto ingiustificate ma finiscono con la aumentare il rischio, perché portano a comportamenti meno razionali, ovvero a preoccuparsi delle cose sbagliate e ignorare azioni protettive semplici, apparentemente banali ma molto efficaci.
È il momento quindi di far leva sulla nostra responsabilità civile e seguire le indicazioni del Governo in modo scrupoloso.
Cosa fare dal punto di vista psicologico per far fronte all’emergenza?
Vi do 4 regole per me essenziali:
- Non cercate di placare l’ansia inseguendo informazioni spesso amplificate e incontrollate, come quelle che si trovano sui siti non istituzionali o sui social. Il problema è che si viene sommersi da informazioni allarmistiche di ogni tipo sul Coronavirus. Questo purtroppo attiva uno stato di “allarme psicologico permanente” che tende a distorcere e aumentare il “RISCHIO PERCEPITO” e che ci spinge a cercare ossessivamente informazioni più rassicuranti, esponendoci così ad altre informazioni allarmanti, in un circolo vizioso senza fine.
- Ricordate che l’eventuale esposizione al virus non è sinonimo di malattia e che esistono indicazioni pratiche per ridurre il pericolo. Sul sito del ministero potete trovare tutte le informazioni necessarie per difendervi efficacemente, ma se volete potete trovarle anche qui.
- Avere timori e paure è normale ma non ansia generalizzata, angoscia o panico, che non aiutano e sono controproducenti. Mantenete la calma. Seguire le indicazioni del ministero è tutto quel che ci viene richiesto. Se sentite un particolare disagio psicologico rispetto a questa situazione, chiedete, senza timore o vergogna, un aiuto ad uno psicoterapeuta
- Ricordate che un atteggiamento psicologico valido può aiutare non solo chi lo attua ma anche gli altri, innescando un circuito virtuoso, e aumentando la resilienza di tutti. È il momento di essere responsabili e soprattutto fare squadra. Cerchiamo di innescare un circolo virtuoso, anziché alimentare ansie e fake news.
Per chi ha bimbi cosa fare?
Me l’avete chiesto in tanti. Da mamma di due bimbe sotto i 4 anni comprendo benissimo la vostra preoccupazione. Personalmente non credo sia giusto evitare l’argomento o mentire.
Penso piuttosto sia importante spiegare la situazione con tranquillità ai bambini.
Il rischio per i bimbi è che vedendo che qualcosa sta succedendo intorno a loro (mascherine, scuole chiuse, supermercati presi d’assalto ecc…) si trovino in una situazione di … confusione.
Inoltre è importante tenere a mente che vedere i genitori spaventati/allarmati può creare in loro paura, quindi è più utile spiegare loro cosa sta accadendo, in modo semplice, comprensibile e soprattutto non allarmistico.
Si potrebbe ad esempio dire che c’è un virus che mette a rischio le persone più fragili e che si stanno prendendo degli accorgimenti per evitare che queste persone si ammalino, cercando però di sottolineare maggiormente i lati positivi della situazione, come ad esempio il fatto che si possa stare insieme, fare un sacco di cose insieme, raccontare storie, giocare, ecc.
Spero tanto che questi suggerimenti vi siano utili.
Se doveste ritenere di non riuscire a far fronte alla situazione e di aver bisogno di maggior aiuto, potete cliccare sulla sezione “contatti” di questo sito e compilare il form per richiedere una visita in studio o via Skype.
Mi auguro che questa emergenza si risolva rapidamente e spero di potervi aggiornare a breve con buone notizie.
A presto e… ricordate: parola d’ordine, RESILIENZA!
FORZA ITALIANI!
Psicologa psicoterapeuta, sessuologa e sentimental coach di Milano, appassionata in nuove tecnologie e nella loro applicazione nel sociale, ha collaborato con le più importanti aziende ospedaliere di Milano, prima di dedicarsi completamente alla libera professione. Ha ideato diversi progetti di formazione, di consulenza online e divulgativi, come Spazio Psicologia, il progetto I-Kiwi e SOS Genitori, per rendere la psicologia, la prevenzione e il benessere psicofisico, accessibili a tutti. A questo scopo, da più di 15 anni collabora anche con la stampa, tv, radio, gruppi social, eventi aziendali e di marketing, come esperta in terapia di coppia, sessuologia clinica e benessere psicologico. E’ la terapeuta di coppia della prima stagione del docureality di Fox Life “Amore e altri rimedi”.