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Repulisti primaverile alias “ma che cazzo”!

Oggi sono energica. E’ anomalo, dato l’ultimo periodo. Saranno i superintegratori che prendo da qualche giorno, che danno i loro primi effetti. O più probabilmente, sarà uno stato mentale che cambia.
Chi mi conosce mi descrive spesso come dolce, allegra, tranquilla, buona. Una che media sempre, che lascia correre, che riesce sempre a trovare un modo per far andare e farsi andare bene le cose. Una con la quale è quasi impossibile litigare. La dolce sensibile comprensiva Laura. Bleah!
Sapete che c’è? Mi sono stufata. Completamente rotta di essere quella buona. Quella che incassa e sta zitta. Quella che trova sempre delle giustificazioni ai comportamenti degli altri. Quella che cerca soluzioni per tutti. Quella che si preoccupa continuamente di non far del male, neppure per difendersi. Quella che spera nella coscienza delle persone. Quella che dice “prima o poi vedrai che capirà e cambierà atteggiamento”. Sempre.
No. Le persone non cambiano. Affatto. E se ne fregano, spesso, degli altri. Perfettamente consci delle situazioni spiacevoli che gli altri stanno vivendo. Ma troppo autocentrati ed egoisti, per preoccuparsene. Soprattutto se non hanno il benchè minimo senso di autocritica. Quella cosa che si chiama coscienza e che sempre più spesso molti dimenticano chissà dove. Magari legata ad un palo, come i cani abbandonati all’autogril.
Non sono una santa, intendiamoci. Non voglio nessun cerchietto sopra la mia testa che non sia quello dato da un postsbornia, dopo una serata divertente. Tutti facciamo errori. Ed io son la prima a sostenere, da sempre, che essere umani, significa essere fallibili e, come tali, poter dunque sbagliare. La differenza tra alcuni uomini ed altri, sta però nel livello di consapevolezza dei propri errori. Alcuni proprio ne sono totalmente privi o, peggio, ne sono fintamente dotati, solo a scopo manipolativo delle vite altrui. Lacrime di coccodrillo che inondano questo fantastico mondo, già oberato a sufficienza di schifezza, riducendo le emozioni ad una mera farsa. No, non ci sto. Sono davvero troppo stufa.
Un paio di giorni fa, l’ennesimo dottore, di nuovo, davanti ai miei occhi. Irritante. Già troppi per quest’anno; troppi per i miei gusti. “Laura lo stress ti sta avvelenando. Sei al limite”, mi dice con un’espressione tra il compassionevole e l’accudente, mentre mi mette una mano sulla spalla. Insopportabile. “Limita le fonti di stress, fidati di me!”, dice sorridendo, mentre mi allontano dal pronto soccorso col mio foglio di dimissione in mano. Basta. Laura è stufa. Stufa marcia.
Esco dall’ospedale con le sue parole che riecheggiano nella mia testa. Le stesse dei due colleghi già visti in precedenza. E tutta questa situazione non mi piace. Affatto.
Qual’è il colmo per una psicologa? sentirsi dire che lo stress la sta avvelenando? sì forse. Divertente, per certi versi. Sicuramente ironico.
Ma è ora di prendere in mano la situazione. E mi viene in mente la frase di un caro amico, in una cena improvvisata con dell’ottimo sushi ed una asahi gelata davanti: “Laura dovresti imparare a dire una volta tanto “Ma che cazzo!” e mandare tutto e tutti al diavolo. Smettila di farti fagocitare dalle situazioni. Tu non puoi salvare il mondo e non puoi pretendere di riuscire ad aggiustare sempre tutto”. Ha ragione ed è ora di cambiare. E’ ora di preoccuparmi anche delle mie emozioni e non sempre e solo di quelle degli altri.
La dolce Laura abbandona il gioco ed entra in campo, a piena sostituzione, la Laura che se ne fotte delle dietrologie, dei meccanismi perversi dei legami, della paranoia collettiva, delle manipolazioni fatte ad arte, dei problemi altrui, delle confabulazioni e della cattiveria gratuita. E’ ora di fare un Repulisti Generale. E gettare via, il più possibile, tutto ciò che non serve. Che è tossico. Persone, situazioni, emozioni, pensieri, ricordi. Tutto quanto.
In fondo, sebbene la pioggia inganni, la primavera è arrivata da un pezzo. E le fonti di stress le ho ancora tutte qui, sul groppone. La lista è già stilata, in ordine di gravità. Ed alcune, quelle più pesanti, le dovrò necessariamente tenere e subire, mio malgrado e per lungo tempo. Ora, per quanto possibile, si gioca ad un nuovo gioco: la sopravvivenza di Laura. Fisica e mentale. Non si mira ad essere felice. Ma almeno, possibilmente, un po’ più serena. Eliminando, una per una, il più possibile, tutte le fonti di stress eliminabili. Tutto il veleno. Cercando così, di recuperare energie, per far fronte a quegli eventi stressanti che, mio malgrado, proprio non posso far a meno di vivere.
Che il repulisti abbia inizio!

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